“Text generation”: la scrittura cambia, la lettura pure

Text generation: nuovi modi di comunicare

Per dirla con le parole di Luisa Carrada, “siamo una vera text generation”: una generazione fatta di lettori e scrittori inconsapevoli, per la quale le parole sono davvero, davvero importanti.

Nonostante siano cambiati i tempi e nonostante oggi si dia più peso al visual che al contenuto vero e proprio – almeno a prima occhiata -, le parole continuano ad avere lo stesso potere di un tempo, anzi lo hanno acquisito in altre interessanti forme. È cambiato il modo di leggere e di approcciarsi al testo, ma anche quello di comunicare e di relazionarsi gli uni con gli altri.

Un libro non si giudica dalla copertina, ma se la copertina mi piace leggo pure la sinossi

Oggi i testi li osserviamo soprattutto nel loro “aspetto visivo”. Quando navighiamo in rete o scorriamo la bacheca dei social non possiamo fare a meno di essere colpiti dalla forma prima e dal contenuto poi. D’altro canto, è anche vero che oggi siamo molto più esigenti riguardo al contenuto di un testo e facciamo molta più attenzione alla scelta delle parole.

Sentiamo la necessità di leggere testi chiari, semplici e soprattutto efficaci. La vita è più frenetica rispetto a qualche decennio fa: osserviamo lo schermo alla ricerca di ciò di cui abbiamo realmente bisogno, tentiamo di scovare tra le righe un consiglio prezioso o quel qualcosa in grado di regalarci – in un solo istante – una vera e autentica emozione.




E paradossalmente non abbiamo mai tempo da perdere, facciamo di tutto per non perderci tra parole di un testo che non ci interessa poi più di tanto. Basta un titolo sbagliato, una prefazione un po’ noiosa, un copy poco efficace per scorrere giù e passare subito ad altro.

Text generation: segui il tempo

Fonte: Addiction

Un, due, tre: segui il tempo, sta’ al passo coi tempi

Siamo attratti dall’originalità e molto spesso dall’eccentricità – quella sana, è ovvio. Abbiamo bisogno di una comunicazione più sincera, vera, diretta, quella che non si perde in banali giri di parole e che va dritta al punto. È fondamentale seguire il ritmo convulso e impaziente dei nuovi lettori digitali, bisogna stare al passo con le novità e confrontarsi con una concorrenza sempre più spietata e veloce.

Gli strumenti, poi, sono tanti, molti più di prima, troppi. Ci si affida ai traduttori online, si vende online, si comunica online, si acquista online, si creano relazioni online. Si fa quasi tutto online. Ma le aziende non hanno messo da parte gli strumenti tradizionali, anzi, hanno compreso appieno l’importanza di avere a disposizione ogni singolo strumento e sanno che per raggiungere il successo non se ne deve trascurare nessuno.

Text generation: la forza delle storie

Fonte: Crafting Connections

Raccontami chi sei: “la forza delle storie

La comunicazione si fa – anzi, torna ad essere – più “umana”: non esiste quasi più quell’approccio formale e asettico con il quale le aziende comunicavano ai propri utenti/consumatori. Oggi ci si rivolge con un tono familiare, dando del “tu”. Si dà più importanza allo storytelling, alla capacità di raccontarsi e saper raccontare storie: i consumatori non vogliono freddezza, vogliono sentirsi parte del successo di un’azienda, della loro piccola o grande storia.

Ed è “la forza delle storie” (come scrive Luisa Carrada) a condurre il gioco. La storia, soprattutto attraverso il racconto, è la forma di comunicazione più antica, ma anche la più potente. Nel corso dei secoli intere generazioni sono cresciute grazie alle storie e, oggi, neppure quella digitale può farne a meno: la storia è il perno attorno al quale ruota il “senso” di ogni cosa.

E le aziende lo sanno. Sanno che raccontarsi in modo vero, diretto e soprattutto umano è l’unico modo per arrivare ai propri clienti.

Text generation: l'importanza dello spazio bianco

 

Fatti un po’ più là: l’importanza dello spazio bianco

Aria. Questo vuole il lettore che naviga in rete. Spazio.

Avete presente quei testi lunghissimi, non suddivisi in paragrafi, senza sottotitoli né parole in evidenza? Sì, viene la pelle d’oca al solo pensiero. L’utente che si imbatte in questi flagelli testuali scappa, inevitabilmente. Oggi, come mai prima, lo spazio bianco è uno dei migliori amici delle aziende che hanno un sito web e degli utenti che ci navigano dentro.

Lo spazio crea un vuoto tra il testo e il resto degli elementi di una pagina web ed è in grado di far “respirare” il testo, far riposare gli occhi, spostando immediatamente l’attenzione sulle sole informazioni. Più è lo spazio bianco, meno è l’informazione, maggiore è la leggibilità del testo. In poche parole, l’utente focalizzerà la propria attenzione sul testo e leggerà con più voglia interi paragrafi di testo – certo, purché siano interessanti. Tutto grazie a quegli straordinari spazi bianchi.




Il merito, però, va anche alla punteggiatura, allo stile del testo, al colore. Insomma, a quella cosa che la Carrada chiama “discontinuità visiva”. Il testo non è fatto di sole parole, ma anche di segni grafici: la varietà stilistica attira il lettore, incuriosisce e sorprende.

Siamo una text generation, che lavora, impara e comunica soprattutto leggendo e scrivendo” (L. Carrada, Il mestiere di scrivere). Senza le parole ci sentiremmo persi, oggi più che mai.

Scritto da Clara Amico

Scritto da Clara Amico

SEO Copywriter & UX Writer. Cacciatrice di refusi e copywriter poliedrica. Ho iniziato a coltivare il mio amore per la scrittura collezionando penne dall’età di tre anni. Oggi, vivo di parole, UX e microtesti e la qwerty è diventata la mia penna più preziosa.

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