Eccola, un’altra patologia da 2.0 proprio dietro l’angolo. Si poteva immaginare che anche la posta elettronica potesse diventare una fonte inesauribile di stress? Certamente no.
Avete presente quell’impulso irrefrenabile di controllare costantemente la posta elettronica per vedere se è arrivata o meno un’email importante? Immagino di sì. Se pensavate di essere soli potete tirare un sospiro di sollievo, non è così. Esiste uno studio approfondito a riguardo, che gli psicologi hanno definito come “sindrome compulsiva da mail”.
La sindrome compulsiva da mail è associabile alla sindrome del burn out, che scatta a causa di un sovraccarico di lavoro e che porta inevitabilmente ad una depersonalizzazione dell’individuo e ad un esaurimento emotivo. Sia chiaro, se controllate la posta troppo spesso non vuol dire che diventerete apatici ed esauriti. Questa è un’altra storia.
Lavoro 2.0: sempre più ossessionati dall’email
So bene cosa voglia dire inviare un’email ad un’azienda e aspettare con ansia una risposta. E quella può arrivare oppure no. So cosa vuol dire inviare un’email ad un cliente e aspettare con ansia la sua risposta per poter avviare un lavoro. Ecco, la parola chiave del problema è “ansia”.
È un po’ come osservare compulsivamente l’acqua nella pentola, aspettando che vada in ebollizione. Questo comportamento non fa altro che innescare una bomba di stress psicologico che oltretutto non serve e non porta a nulla.
Controllare un’email troppo frequentemente o addirittura tenerla sott’occhio in attesa di visualizzare quell’“(1)” accanto a “Posta in arrivo” indurrebbe, secondo alcuni psicologi, uno stress psicologico inutile e soprattutto dannoso. E niente è più importante della vostra sanità mentale, neppure una mail.
Come resistere alla tentazione?
Lo studio sulla sindrome compulsiva da mail è stato condotto dall’University of British Columbia. Il motivo della ricerca è scaturito da un fattore allarmante che negli ultimi anni ha colpito molti lavoratori, soprattutto quelli all’interno delle grosse aziende, ma non solo. Studenti, medici, avvocati, copywriter (soprattutto!) hanno manifestato una vera e propria ossessione e mania di controllo nei confronti della posta elettronica.
Così, nell’arco di una settimana, sono stati sottoposti allo studio ben 124 individui di età, sesso e stato sociale diversi. L’intero gruppo è stato diviso in due gruppi più piccoli di 62 persone. Il primo, durante la prima settimana, ha potuto controllare la posta “soltanto” tre volte al giorno; il secondo gruppo, invece, non aveva alcun limite imposto. La seconda settimana i gruppi si sono invertiti. Ad ogni individuo sono state sottoposte quotidianamente alcune domande specifiche.
L’obiettivo della ricerca era dimostrare il livello di stress prodotto da un eccessivo controllo della posta o, viceversa, da un controllo più moderato.
«La maggior parte dei partecipanti al nostro studio ha trovato molto difficile limitarsi nel controllo della posta elettronica a poche volte al giorno. Ma resistere alla tentazione li ha portati a ridurre lo stress», ha affermato Kostadin Kushlev, autore dello studio.
Per rispondere alla domanda iniziale, non è affatto facile resistere alla tentazione. All’inizio è necessario imporre a se stessi un divieto categorico. Come per ogni “vizio” è fondamentale prendere coscienza del problema è stabilire un punto di inizio per combatterlo.
Insomma, se volete smettere di fumare non comprate più le sigarette. Se volete dimagrire cominciate semplicemente a mangiare meno. Si tratta di mettere un punto fermo da non oltrepassare, per nessun motivo. Se controllate la posta venti volte al giorno o più, beh, forse è arrivato il momento di chiedervi se è il caso di cambiare qualcosa. Cominciate subito: chiudete la posta elettronica e apritela soltanto tre volte al giorno. Basteranno.
La risposta sarà lì ad aspettarvi, e non sarà più non il contrario.
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