Scrivere per la SEO: come si faceva ieri e come si fa oggi

Scrivere per la SEO: SEO content writing

Ottimizzare i contenuti del proprio sito web per i motori di ricerca sembra essere diventata un’azione imprescindibile nell’attività di scrittura dei nostri articoli. E nonostante scrivere contenuti SEO non sia una novità, qualcosa in questi anni è cambiato: ed è cambiato per davvero.

Ottimizzare sì, ma scrivere per gli utenti anche: oggi si chiama SEO copywriting

Immagina di dover organizzare una festa e di invitare centinaia e centinaia di persone. Diversi giorni li dedicheresti all’ideazione e alla scrittura degli inviti, altri alla stesura della lista di persone a cui inviarli e qualche altro alla definizione dei dettagli dell’evento.

Da organizzatore provetto spenderesti un bel po’ di soldi per la stampa dei biglietti. In caso contrario, lo faresti per pubblicizzare la festa sui social, dedicando un po’ del tuo budget ai post sponsorizzati. E poi, è ovvio, per essere sicuro di avere alla tua festa almeno l’80% degli invitati sceglieresti anche una call to action efficace come: “Vi aspetto! Ci sarà buona musica e birra a fiumi!”.

Una volta fatto tutto questo avrai inevitabilmente creato delle aspettative e dovrai stare attento a non deluderle. Se la tua festa dovesse essere un flop la gente non lo dimenticherà facilmente e in futuro, probabilmente, sceglierà la festa di qualcun altro piuttosto che la tua.

Scrivere per la SEO: consigli di SEO content writing

Fonte: Jeffbullas’s Blog

Per il tuo sito web non è poi così diverso. Puoi scrivere contenuti per veicolare grandi quantità di traffico sul tuo sito, riempire gli articoli di parole chiave mirate e scegliere titoli persuasivi per attirare utenti, senza concentrarti sulla cosa più importante di tutte: il contenuto.

Ma quale sarebbe il beneficio per te e per i tuoi lettori? Praticamente nessuno. Gli utenti cliccheranno sul link del tuo articolo, leggeranno le prime righe e poi andranno altrove: avrai perso una grande occasione e avrai sprecato il tuo prezioso tempo.

Scrivere sul web, infatti, significa anche – e soprattutto – scrivere contenuti di qualità. Contenuti fatti per chi legge, creati per coinvolgere e per generare valore. In altre parole, non si tratta di scrivere e basta: serve scrivere in modo efficace. Questo è l’obiettivo del SEO copywriting, l’arte che unisce la buona scrittura alle buone tecniche di ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca.

E se avevamo già posto l’attenzione su come ottimizzare i contenuti del sito web e piacere a Google, oggi vogliamo mostrarti come è cambiato il suo algoritmo nel tempo e come cambia, di conseguenza, anche il modo di scrivere per la SEO.




Se l’algoritmo di Google cambia, cambia anche il modo di scrivere per SEO

Se vent’anni fa scrivere per il web – e quindi per i motori di ricerca – non era come oggi, non lo era neppure dieci o cinque anni prima. Così, chi aveva delle solide basi di ottimizzazione di contenuti per i motori di ricerca nel 2001 o nel 2007, negli ultimi anni ha dovuto necessariamente aggiornarsi, stando allo stesso passo di quello che viene chiamato “algoritmo” di Google.

Questo algoritmo cambia e si aggiorna, e chi scrive per il web deve riuscire ad adeguarsi a questo cambiamento per non andare verso l’infinito e oltre. Ecco la storia, in breve, dei più importanti cambiamenti del motore di ricerca. 

Come cambia l'algoritmo di Google: dal 1994 ad oggi

 

SEO ieri e SEO oggi: ecco cosa è cambiato

“Si è scoperto che adottando alcune semplici azioni, i risultati dei motori di ricerca potevano essere manipolati e il denaro poteva essere ricavato da Internet”.

Alla fine degli anni ‘90 e nei primi anni 2000 il keyword stuffing – il bombardamento di parole chiave – andava letteralmente di moda. I siti web sembravano delle vere e proprie liste della spesa e ciò che contava, più d’ogni altra cosa, era generare traffico attraverso l’inserimento di keyword in qualsiasi parte del sito.

Il contenuto non aveva alcuna importanza, o almeno non come ce l’ha oggi.

Nonostante l’algoritmo di Google abbia cambiato, drasticamente, le regole del gioco, esiste ancora qualche retaggio di questa assurda pratica e il keyword stuffing sembra non essere sparito del tutto.

Ebbene sì, qualcuno crede ancora di essere negli anni ‘90 e, proprio per questo motivo il suo sito si perde nell’etere cosmico della rete, riducendo al minimo le possibilità di posizionarsi.

Seo ieri e oggi

Come fare buona SEO oggi

Google, negli anni, ha premiato sempre più i siti “buoni”. Chi scrive bene, chi utilizza link in modo naturale, chi aggiunge valore ai contenuti in rete, oggi, può aspirare ad arrivare in alto nel più grande motore di ricerca di sempre.

Ma vediamo nel dettaglio come scrivere per la SEO – e farlo bene. 

Scrivere contenuti di qualità

Sì, lo ripetiamo, perché è la prima delle regole ed è importante non dimenticarla. Ricordate la frase “il contenuto è il re”, no? Ebbene sì, non è ancora passata di moda, perché l’algoritmo di Google riesce a scovare i contenuti di valore tra migliaia di contenuti, spingendoli verso le prime pagine.

Ma il beneficio non è soltanto questo: c’è anche il fattore fidelizzazione. Gli utenti che leggeranno i vostri testi ben scritti – informativi, coinvolgenti e utili – saranno motivati a tornare nuovamente sul vostro sito. Avrete generato traffico buono e in modo naturale, quel traffico che difficilmente tende a scomparire col tempo.

Scrivere testi lunghi è meglio di scrivere testi brevi

Chi scrive testi di 200 parole, probabilmente, non supererà il test di Google. Il suo obiettivo è proprio quello di convincere i proprietari dei siti web a creare contenuti di valore, che contengano quante più informazioni di qualità possibili per utenti che li leggono.

E diciamocelo, un testo di 100-200 parole non può essere un testo di qualità. Quindi non fermarti a 200 parole: scrivi articoli ricchi e corposi, che contengano un minimo di 300 parole, meglio se 500 o oltre.




I tag e i meta-tag sono importanti fondamentali

Se prima le parole chiave si inserivano ovunque – ma proprio ovunque – per scalare le classifiche dei risultati di ricerca, e senza alcuna cognizione di causa, per farlo oggi basta tenere a mente alcuni tag e meta-tag di grande valore.

Tag: title e meta-description

Li vedi nei risultati di ricerca: sono il titolo e la descrizione di articoli e pagine dei siti web. Il titolo contiene la parola chiave e deve essere pertinente all’argomento trattato oltre che persuasivo, la meta-description informa l’utente sul contenuto del testo e lo invita a cliccare. La parola chiave ha rilevanza nella meta-description, ma non ai fini SEO: aiuta l’utente a capire su cosa sta cliccando e lo invita a farlo.

Tag dell’intestazione (h1 e h2) e l’attributo alt delle immagini (il titolo alternativo).

La tua parola chiave dovrà essere inserita anche nei tag dell’intestazione h1 (titolo) e nell’attributo alt delle immagini, il cosiddetto Testo alternativo.

Strutturare l’articolo e dividerlo in paragrafi e sottoparagrafi: tag h1, h2, h3 e così via

Il tag h1 è importante per mettere in evidenza il titolo e la parola chiave del tuo articolo. Così come sono importanti le altre intestazioni (o sottotitoli) evidenziate con i tag h2, h3 e così via.

Google, infatti, tiene in gran considerazione gli articoli ben strutturati e divisi per paragrafi e sottoparagrafi, penalizzando, di contro, i monoblocchi di testo. Come vedi l’utente è sempre al centro: per Google è importante la user experience.

Parole chiave e parole correlate alle parole chiave

Se ti chiedono di inserire la stessa parola chiave per cinque, dieci, venti volte all’interno di un articolo o di una pagina di un sito web non esitare a mandarli a quel paese. Oggi non funziona più così. Il keyword stuffing viene penalizzato da diversi anni e oggi più che mai.

Le parole chiave vanno inserite in modo naturale nel testo e, inoltre, è preferibile utilizzare sinonimi e variazioni di una stessa parola chiave: Google, infatti, premia chi fa uso di un vocabolario ampio e ricco, e chi sa rispondere efficacemente alle diverse query di ricerca degli utenti.

Parole chiave nel corpo del testo e nel permalink

Le keyword possono comparire in alcune porzioni di testo, non ovunque. Lo spider di Google intercetta in particolar modo quelle inserite nella prima intestazione del primo paragrafo (h1 o h2) e nella prima parte dell’articolo (introduzione o primo paragrafo).

Non dimenticarti del permalink, ovvero dell’url della pagina del tuo articolo o delle pagine del tuo sito web: ricorda di inserire la vostra parola chiave anche lì.

Formattare il testo con grassetti e corsivi

Ci risiamo: l’utente è al centro, anche stavolta! Avere di fronte un articolo ben formattato aiuta l’utente a individuare le parti di testo che più gli  interessano e a scorrere con gli occhi, frase dopo frase, senza stancarsi. Così, ben vengano grassetti e corsivi, che scandiscono meglio il testo e migliorano l’esperienza di lettura dei nostri utenti.

Rinominare file e immagini

Non tutti ne tengono conto, e ovviamente sbagliano. Prima di inserire un’immagine, un file pdf o qualsiasi altro file all’interno di un articolo o delle pagine del sito è importante ricordarsi di rinominarli.

Google, infatti, individua le parole chiave contenute nei nomi dei file e dei media e premia chi se ne ricorda. Quindi, ricorda, le immagini rinominate “DCS34902” non vanno bene, non faranno altro che penalizzare il tuo sito web.

Link esterni e link interni

Inserire link interni significa inserire all’interno degli articoli link che rimandano ad articoli e ad altre pagine dello stesso sito web. Grazie ai link interni creerai una sorta di mappa interconnessa del tuo sito, con collegamenti tra le pagine e tra gli articoli (Google apprezzerà moltissimo). Ricorda, però, di non usare link come “clicca qui” ma di scegliere frasi e titoli pertinenti agli articoli e alle pagine (un po’ come questo: “da’ un’occhiata al mio articolo sui SEO tool”).  

Non dimenticare i link esterni, detti anche “link in uscita”: Google premia chi menziona o inserisce link provenienti da altri siti web, soprattutto quando questi sono autorevoli. A proposito, potrebbe tornarti utile l’articolo: “What is SEO Copywriting?“.

Meglio un codice HTML pulito che un testo “rumoroso”

Sapevi che è preferibile scrivere il proprio articolo direttamente su WordPress anziché copiarlo dal proprio editor di testo e incollarlo nell’editor di testo del CMS? Questo perché il codice HTML del tuo articolo deve risultare pulito: la quantità di testo deve essere maggiore rispetto a quella del codice HTML. I motori di ricerca lo noteranno e il tuo sito sarà anche più leggero!

Cosa puoi fare?

Abbiamo visto come è cambiato l’algoritmo di Google e come, al tempo stesso, è cambiato il modo di fare SEO. Per chi scrive sul web è fondamentale stare a passo con questi piccoli ma importanti cambiamenti, soprattutto se l’obiettivo è quello di crescere e di dare visibilità al proprio sito web.

Allora, apri un file word e appunta queste piccole dritte: ti saranno davvero utili nella stesura del tuo prossimo articolo e nell’organizzazione del tuo sito web.

Buona scrittura e, soprattutto, buona SEO!

Scritto da Redazione

Scritto da Redazione

Potrebbe interessarti

Non ci piacciono in monologhi, dicci la tua!

0 commenti

Trackback/Pingback

  1. SEO Copywriting: come scrivere contenuti che conquistano Google - […] poche parole, è cambiato l’algoritmo di Google e i siti web che stanno in vetta sono proprio quelli che…
  2. Copywriter freelance: cosa fa e perché è così importante per la tua azienda – JobSearchUniverse.com - […] che si occupa di SEO, in realtà, è un SEO specialist o un SEO copywriter, che oltre a scrivere testi ottimizzati…
  3. SEO Copywriting: come scrivere contenuti che scalano la SERP - La Copywriter - […] poche parole, è cambiato l’algoritmo di Google e i siti web che stanno in vetta sono proprio quelli che…

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.