Se dico “redattore editoriale”, cosa ti viene in mente? Il vuoto cosmico, lo so.
È sempre la stessa storia: attori, registi, cantanti, compositori, scrittori, case editrici: conosciamo soltanto chi ci mette la faccia o il proprio nome e ignoriamo il valore di altre componenti essenziali per la riuscita di ogni lavoro.
Ci sono figure professionali che sembrano non essere mai esistite: mai viste né mai sentite. Sono quelle figure perennemente confinate dietro le quinte, di cui non si parla mai e che non vengono menzionate neppure per sbaglio all’interno di una piccola sezione nascosta di un giornale locale.
Eppure, figure come il cameramen, il costumista o il redattore editoriale sono di estrema importanza: senza di loro non si potrebbe fare granché.
Oggi voglio parlarti di una delle figure professionali più importanti all’interno di una casa editrice, senza la quale nessun libro andrebbe in stampa: il redattore editoriale.
Redattore editoriale vs correttore di bozze: no, non è la stessa cosa
Capita spesso di confondere la figura del redattore editoriale con quella del correttore di bozze (a proposito, ecco un articolo che potrebbe interessarti), forse perché entrambi si occupano di revisione e molto più spesso, all’interno delle case editrici, il correttore di bozze sostituisce il redattore e viceversa.
In realtà, queste due figure sono diverse: ecco perché.
Il correttore di bozze si occupa di correggere un testo, di impaginarlo, di scovare i refusi, eliminando qualsiasi errore di battitura e di ortografia. Che si tratti di un accento nel posto sbagliato o di un apostrofo mancato, il correttore dovrà prendersi la briga di “correggere” l’errore. E dovrà farlo in modo preciso e in tempi brevi.
Questo fa di lui un grande conoscitore della lingua italiana e un vero e proprio perfezionista.
E che ne è della grammatica, della sintassi e dello stile del testo? Be’, per quanto riguarda la grammatica e la sintassi, nonostante il correttore di bozze non dovrebbe occuparsene, oggi si ritrova a correggere i testi anche da questo punto di vista.
La figura del redattore editoriale, invece, è molto più complessa. Come vedremo, la revisione (fatta di modifiche, tagli, integrazioni e dedicata anche allo stile del testo) rappresenta soltanto uno dei tanti compiti a cui è chiamato ad assolvere.
Il redattore editoriale: cosa non fa
Il mondo dell’editoria e della comunicazione in generale non si sono mai contraddistinti per l’alto livello di chiarezza, è vero.
Probabilmente ciò dipende dal fatto che le figure professionali si adattano necessariamente ai tempi: alcune diventano obsolete, altre si evolvono in qualcosa di diverso, altre ancora continuano a resistere e ad avere lo stesso valore di sempre.
In questo caso, le figure che partecipano alla realizzazione di un libro sono così tante e diversificate che capita spesso di fare confusione tra i ruoli che ognuna di esse ricopre.
Per questo motivo, prima di scoprire chi è e cosa fa un redattore editoriale nel dettaglio, è meglio chiarire cosa assolutamente non fa.
Per esempio, sai che il termine “redattore” può essere utilizzato in due diversi ambiti di lavoro e con una evidente e profonda differenza tra i due significati?
Il redattore, infatti, può essere sia chi occupa di scrittura, e quindi di redigere un testo, che chi si occupa di revisione.
Il redattore editoriale, quindi, non scrive alcun testo. Piuttosto, si occupa di revisionare i testi, ma questa è soltanto una delle tante mansioni che si ritrova a svolgere.
Allora cosa fa questo benedetto redattore editoriale?
Il ruolo del redattore editoriale: cura, dirige, edita
Ma che, davvero? Ebbene sì.
I termini redattore editoriale, curatore editoriale o, più comunemente, editor si riferiscono tutti alla stessa figura professionale. Nelle piccole case editrici, poi, il redattore editoriale coincide quasi sempre con la figura del direttore editoriale.
Il redattore editoriale (in inglese editor, “redattore”), è generalmente colui che si occupa della revisione dei testi. Nella realtà delle case editrici, però, l’editor fa molto più di questo.
“Nell’editoria anglosassone l’editor è assimilabile a un direttore di collana, è colui che sceglie i libri da pubblicare e inoltre, nei casi più famosi, c’è un rapporto molto stretto tra un autore e il proprio editor” (Alessandro Miglio, editor di Alicubi).
In altre parole, l’editor è colui che si approccia per la prima volta con l’autore di un libro, che prende in cura il suo testo e che si occupa di trasformarlo in una vera e propria pubblicazione.
La cosiddetta “bozza”, il testo originale e ancora grezzo dell’autore, arriva nelle sue mani prima di attraversare tutte le fasi di rimaneggiamento che lo renderanno pronto per la stampa e per la distribuzione.
Il redattore editoriale, infatti, è l’unico a conoscere il prodotto editoriale e a coordinare tutte le figure professionali all’interno della redazione: dal correttore di bozze al grafico, dall’esperto di copyright al tipografo.
Allo stesso tempo, supervisiona il lavoro occupandosi della revisione linguistica, della coerenza testuale, della struttura del testo e dell’approvazione di ogni singola parte che lo compone, anche della grafica.
Il redattore editoriale è un personal trainer
Tra i tanti e affascinanti ruoli che un redattore editoriale ricopre c’è anche quello di talent scout che lo vede spesso coinvolto nell’attività di ricerca di autori talentuosi, pronto a scovarli tra mille per proporli, in modo responsabile, all’editore.
Svolge, poi, un’attività di consulenza, guidando e affiancando l’autore dal manoscritto alla pubblicazione del libro. Il supporto dell’editor è, per l’autore e per la casa editrice stessa, fondamentale.
È grazie alle sue competenze e alla sua esperienza che è in grado di supportare davvero l’autore in un lungo processo di revisione, portandolo alla riuscita del progetto editoriale.
Come accennato all’inizio, l’editor si occupa anche della formattazione e dello stile del testo dell’autore, valutandone i punti deboli, la coerenza e l’efficacia con uno sguardo d’insieme che lui, e soltanto lui, può avere.
Un bel po’ di compiti, è vero, ma ce n’è ancora un altro. Il redattore editoriale, infatti, può occuparsi anche di gestire i rapporti con l’ufficio stampa per agevolare la promozione del libro.
Vuoi diventare un redattore editoriale?
È vero, il tuo nome probabilmente non comparirà né in prima pagina né in quarta di copertina. Il ruolo del redattore editoriale o editor, però, continua ad essere ancora oggi uno dei più importanti all’interno di una casa editrice, piccola o grande che sia, e senza la sua presenza sarebbe impossibile dare vita a un prodotto editoriale di grande valore.
Se ti piace leggere (e rileggere), possiedi uno spirito critico e costruttivo, sei creativo e propositivo e, magari, hai talento nello scovare autori di talento, questo è proprio il lavoro che fa per te.
Ricorda, però, che per farlo ci vuole tanta passione e una buona dose di pazienza.
Buon editing!
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