Te lo sarai sentito dire tante volte dalla maestra di italiano, dal professore di letteratura, dalla mamma e dal papà, insomma, da chiunque: “Il latino è una lingua morta, l’italiano, invece, no”.
Ed è vero, così vero che la lingua italiana sembra non conoscere pace, soprattutto oggi che in rete nascono di continuo nuove parole. Così, alcune parole svaniscono, diventando desuete, altre invece entrano in alcuni vocabolari per la prima volta.
Ma come fanno, queste parole, a essere inserite in un dizionario? Chi le inventa? E, soprattutto, quali sono questi termini che sono entrati nella nostra lingua per restarci, in un modo o nell’altro?
Come nascono le nuove parole?
Tutti possono inventare parole, ma non tutte le parole che vengono inventate riescono ad entrare nei dizionari diventando, a pieno titolo, neologismi della lingua italiana. Nascono di continuo e da una forte esigenza di semplificazione: così “scambiarsi messaggi su Whatsapp” diventa “whatsappare”.
E se il ruolo dell’Accademia della Crusca è quello di analizzare e studiare la lingua italiana, non esiste addetto ai lavori in grado di scegliere le parole da inserire nel vocabolario della lingua italiana. La procedura è ben più complessa: la parola, infatti, deve rispondere a diversi requisiti.
Oltre a essere ben formata e a rispettare un meccanismo di formazione di parole già consolidato – ad esempio “pelo-oso” da “pelo” più “oso” – deve anche essere conosciuta e largamente utilizzata da diverse persone e in diversi ambiti. In poche parole, una parola non può essere utilizzata in modo occasionale e in un solo contesto: sono la sua utilità e il suo utilizzo a renderla una papabile nuova parola della lingua italiana.
Segnala una parola all’Accademia della Crusca
Ricordi il piccolo Matteo e il suo simpatico “petaloso”? Bè, che piaccia o no, l’Accademia della Crusca ha accolto la sua segnalazione e il termine è stato inserito nel vocabolario Treccani come neologismo, diventando anche un inquietante hashtag. Ma non gasatevi troppo, non è certo così facile. Questo termine, infatti, non è stato registrato da nessun altro dizionario e, probabilmente, non lo sarà mai.
L’Accademia della Crusca, quindi, oltre a svolgere il suo periodico lavoro fatto di analisi e ricerche, riceve ogni giorno tante, tantissime segnalazioni di nuove parole proprio dagli utenti.
Hai presente il box dei tag all’interno dei siti, quello in cui il font di una determinata parola cresce in concomitanza alla frequenza di utilizzo della parola stessa all’interno del sito? Più una parola compare nei testi e più la sua dimensione grafica cresce, rendendo la parola maggiormente visibile rispetto alle altre.
È proprio quello che accade all’interno dell’elenco interminabile di parole segnalate alla Crusca: più segnalazioni riceve una parola e più la sua dimensione aumenta. La frequenza, infatti, è un fattore fondamentale. Eccolo qui!
Neologismi della lingua italiana
Le nuove parole, quindi, non entrano facilmente. Attraversano diversi step e a decretarne l’ingresso nella lingua è proprio la loro frequenza di utilizzo. Ma vediamo quali sono le parole ufficialmente entrate a far parte della nostra lingua grazie alla loro registrazione nei dizionari.
Webete
Sì, è proprio quello che la tua immaginazione ti sta suggerendo. Dall’unione di “web” e “ebete” è nato “webete”, una parola che lascia poco spazio all’inventiva e che rende bene l’idea.
È stata utilizzata per la prima volta online, e all’interno di un social network, dal giornalista Enrico Mentana, in riferimento a un utente evidentemente insopportabile.
Secondo qualcuno, però, la parola era già stata utilizzata negli anni ‘90 per indicare tutti quegli utenti che impiegavano il proprio tempo sul web in modo errato e per nulla proficuo.
Inzupposo
Dopo la gallina e Banderas, abbiamo dovuto accettare anche questo. Ebbene sì, “inzupposo” è un neologismo della lingua italiana. È una delle parole che ha ricevuto maggiori segnalazioni in assoluto.
Svapare
Dall’avvento della sigaretta elettronica, ma soprattutto del più recente vaporizzatore, ci si è posti tutti la stessa domanda: “ma se la sigaretta si fuma, il vaporizzatore si… ?”. Si svapa, ovviamente.
Colazionare
Se qualcuno, la mattina, ti invita a “colazionare” non mandarlo a quel paese e non provare neppure a correggerlo, perché questa parola è a tutti gli effetti una parola della nostra lingua. Anche questo termine è stato inserito grazie al famoso elenco delle segnalazioni. Eh, italiani biricchini.
Shippare
Nessuna vecchietta potrà essere “shippata”, perché “shippare” ha un significato ben diverso, anzi pare averne due.
Dallo slang di internet la parola fa riferimento all’inglese relationship e “shippare” una coppia indica la fusione dei nomi di due coniugi in uno solo, come il caso Brangelina (da Brad Pitt e Angelina Jolie). La parola, quindi, va intesa nel significato di “accorpare”, “mettere in relazione”, “unificare”.
Un altro significato, però, accompagna questo strano neologismo: quello di “consegnare” e “spedire” dell’inglese to ship.
Disposofobia
Che strana paura sarà mai? Pubblicata dallo Zingarelli nell’edizione del 2016, questa parola indica quella comune paura di eliminare gli oggetti dalla propria vita e la tendenza, quindi, ad accumularli in modo compulsivo. Insomma, i partecipanti di Sepolti in casa, il programma televisivo, sono semplicemente disposofobici.
Bullizzare
I giornalisti, ogni tanto, utilizzano parole nuove, anche se non esistono ancora nel vocabolario italiano. Loro possono farlo, evidentemente. Il termine “bullizzare” è, però, andato a segno, perché è entrato nel vocabolario italiano nel significato di “sottoporre ad atti di bullismo”.
Ecocatastrofismo
Gli italiani tendono sempre a semplificare e, in effetti, una parola del genere mancava. Se hai una visione catastrofista del destino del pianeta, e immagini che nel futuro avverrà un collasso ambientale disastroso, sei un vero e proprio ecocatastrofista!
Insomma, queste sono soltanto alcune delle centinaia di parole entrate in questi ultimi anni nella lingua italiana. Basta dare un’occhiata all’elenco delle parole più segnalate per capire quante parole vengano inventate ogni giorno e quali siano le più utilizzate dagli italiani. Ma la strada è ancora lunga: molte di loro non ce la faranno.
Se hai una parola da segnalare all’Accademia della Crusca non ti restare che tentare: fa’ la tua segnalazione!
Per saperne di più sui neologismi –> Se hai inventato una parola hai fatto bene alla lingua italiana.
So che questo se off topic, ma sto cercando in iniziare la mia blog e curiosi che
cosa tutto è necessario per ottenere istituire ?
Sto assumendo avere un blog come il tuo sarebbe costato un penny
grazioso? Io non sono molto web savvy intelligente, quindi non sono al 100% sicuro certa.
Eventuali Sono suggerimenti o consigli sarebbe molto apprezzato.
Grazie Maramures Grazie, buona giornata!
Becella, una parola nata puramente per caso durante un’escursione a Sharm el Sheikh