“La cultura si fa strada”. Bastano queste cinque parole per diffondere un mantra che suona quasi come ammonimento, ma che ha già conquistato – letteralmente – gli amanti della lingua italiana e gli italiani un po’ meno accorti.
Contro l’uso scorretto dell’italiano, la Zanichelli ha promosso un’iniziativa davvero originale, trasformando lessico e regole grammaticali in capolavori di street art.
“Può forse l’italiano permettersi di perdere parole affascinanti come ghiribizzo o beffardo? Come faremmo a cucinare certe pietanze senza usare il pane raffermo? Esiste una parola più onomatopeica di ondivago? Che cosa ruberanno i banditi d’ogni crime-story che si rispetti se sarà scomparso il malloppo? Quale aggettivo descriverebbe Zio Paperone meglio di taccagno?”.
Zanichelli
La cultura si fa strada: da Milano a Napoli
INDICE
Marciapiedi e strade diventano fogli di carta su cui scrivere per diffondere la cultura, per ricordarci che essere italiani significa non dimenticare la nostra storia, la nostra lingua.
Ci sono le “parole da salvare”, parole cariche di espressività che arricchiscono il nostro lessico, ma che hanno lasciato il posto a termini d’uso comune, meno affascinanti e abusati. Ci sono anche le figure retoriche, di cui spesso ci dimentichiamo, come anacoluto, metonimia, onomatopea.
“La cultura si fa strada”, letteralmente. Saranno ben 50 graffiti per città, dedicati alla lingua italiana. L’iniziativa è partita da Milano e ha già toccato città come Torino, Padova, Roma e Napoli.
Fuori dalle pagine dei dizionari, abbiamo portato la cultura per le vie di Torino, Milano, Padova e Napoli.Cerca parole intraducibili e da salvare, figure retoriche e falsi amici lungo le strade che percorri ogni giorno.#laculturasifastrada
Pubblicato da Zanichelli su Venerdì 19 ottobre 2018
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