Letteratura ambientale: sembrerebbe uno strana scelta di parole in effetti, ma non esiste altra definizione in grado di descrivere al meglio questo grande progetto.
Siamo abituati a vedere la letteratura come una forma d’arte costituita e creata dai strumenti e dai mezzi più tradizionali. Basta una scrivania, un computer, un blocco di appunti, una penna e tanta immaginazione. Poi basta andare in libreria, acquistare un libro, sedersi su un comodo divano o alla panchina della metro e iniziare a leggere.
Ma oggi la letteratura può essere molto più di questo, ovviamente grazie alla tecnologia.
Percorrere gli spazi: lettura e scrittura si reinventano
“(…) Cosa significa quando il luogo in cui stai leggendo diventa il palcoscenico della storia? Come potrebbe cambiare la scrittura, la lettura e l’idea del libro stesso quando usiamo la tecnologia per progettare storie piuttosto che presentarle?”.
Il progetto è stato lanciato nel Regno Unito, tra Londra e Bristol, e ha visto la collaborazione tra l’Università di Birmingham, quella del West England e quella di Bath Spa. È stato poi finanziato Consiglio di Ricerca delle Arti e delle Scienze Umane, concentrandosi soprattutto sulle nuove tecnologie e su una nuova idea di scrivere le storie: anche “vivendo” il paesaggio e lo spazio intorno a noi. Insomma, un nuovo genere letterario che crea un ponte tra storia ed esperienza e lo fa utilizzando le nuove tecnologie.
Vivere ciò che si sta leggendo, letteralmente, attraverso tutti i nostri sensi e non soltanto con l’immaginazione. Il lettore, quindi, interagisce con la storia del libro, anzi ne è parte integrante. E attraverso input audio-visivi si immerge totalmente in un’esperienza letteraria nuova che è in grado di includere anche lo spazio fisico: percorrendo, letteralmente, le strade o visitando le località del libro. Questo è possibile grazie a strumenti tecnologici come il sistema di localizzazione GPS, le reti Wi-Fi e i propri smartphone.
“Combinando una ricerca basata su pratiche, empiriche e teoriche, il progetto cerca di testare nuove forme letterarie e sviluppare una grammatica della scrittura (..) che fa uso di nuove tecnologie e pratiche sociali per creare esperienze evocative per i lettori”.
Smartphone, GPS, localizzazione: cosa c’entrano con la letteratura?
La narrativa localizzata e la scrittura di storie e racconti tramite GPS non è una novità nel campo della letteratura. Ambient Literature si rifà proprio a queste forme consolidate di espressione per proporre un nuovo modo di produrre storie attraverso i dati che riceviamo su smartphone e tablet.
“Tre scrittori – Kate Pullinger, Duncan Speakman e James Attlee – sono stati incaricati di creare opere basate sulla posizione che, come afferma il capo progetto Tom Abba, dimostrino “come è possibile ridefinire le regole dell’esperienza di lettura attraverso l’uso della tecnologia“.
Tra gli autori che hanno contribuito al progetto, Duncan Speakman, con “It Must Have Be Dark by Then”, ha proposto un libro fatto di testo, musica e registrazioni audio reali dei luoghi descritti nel libro: le paludi della Louisiana, i villaggi della Lettonia e il deserto del Sahara.
Qual è la novità? Il lettore crea la storia camminando, percorrendo fisicamente lo spazio intorno a sé. Ogni lettore interagisce, quindi, con il luogo fisico, che diventa parte della narrazione stessa. Lettori diversi sperimentano lo stesso contenuto letterario contemporaneamente e in località del mondo lontane le une dalle altre.
A luglio si è svolto un vero e proprio esperimento presso la British Library. I partecipanti dovevano prenotare il proprio posto in libreria, portare con sé i propri smartphone, indossare cuffie fornite dagli organizzatori e seguire bene le istruzioni.
Unico accorgimento? Assicurarsi che la batteria dei propri smartphone fosse totalmente carica.
Molto interessante!
Grazie Alessandra! 🙂