Parlare di naming non è facile. Ecco, l’unico esempio che mi viene in mente è il seguente:
Scegliere un nome da dare alla propria attività o ai propri prodotti è un po’ come scegliere il nome da dare al proprio bambino (mamme, non me ne vogliate).
Passano intere notti in bianco sperando che la lampadina del proprio cervello si illumini all’improvviso o si fulmini piuttosto, pur di venirne a capo.
No, non è facile. Se pensi che i nomi “Sony”, “Apple”, “Nutella” e “Amazon” siano venuti fuori in quattro e quattr’otto ti sbagli di grosso: anche i loro copywriter hanno passato notti insonni. Non voglio certo scoraggiarti, ecco perché per te ho anche una buona notizia: esistono metodi infallibili per trovare il nome perfetto, in grado di rendere le tue notti insonni decisamente più efficaci e divertenti.
In questo articolo ti parlerò delle tecniche di naming valide per la scelta di qualsiasi nome, da quello del brand a quello di un prodotto, ma prima di scoprirle cerchiamo di capire cosa significa davvero occuparsi di naming.
Naming: il nome è la chiave del successo
Sembra la fase più facile dell’intera strategia di comunicazione e, invece, è probabilmente la più difficile di tutte. La scelta del nome di un marchio, di un prodotto o di un servizio è determinante, perché lo rappresenta a 360°.
È un vero e proprio biglietto da visita: la prima cosa che si nota, la prima che si ricorda e probabilmente anche l’ultima. Insomma, il nome svela l’essenza reale di un’azienda, della sua attività o dei prodotti che essa offre ed è con quello che ci si presenta sul mercato e ci si resta per sempre. Con il nome che sceglierai dovrai attirare clienti, avviare campagne pubblicitarie e competere con chi propone gli stessi servizi o fa già la tua stessa attività. Una volta scelto, non si può certo cambiarlo: dovrai essere sicuro più che mai prima di dire “sì, lo voglio” e lanciarlo nell’universo conosciuto.
Quel nome, inoltre, verrà associato a un’idea e a uno stile di vita ben precisi, trasmetterà emozioni e sensazioni uniche e specifiche e, sia nel bene che nel male, porterà con sé e nel tempo il suo significato.
Cosa vuol dire occuparsi di naming?
Quante volte ti sarà capitato di utilizzare il nome di un brand o di un prodotto per indicare, in realtà, qualcosa di generico?. “Facciamo un dolce con la Nutella?”, tradotto: “Facciamo un dolce con qualsiasi crema spalmabile al gusto di nocciola e cacao?”.
Un nome, quindi, non è soltanto un nome, ma molto, molto di più. E il rischio è quello di farlo passare inosservato o di farlo somigliare a un nome già conosciuto, di sceglierne uno troppo difficile da ricordare o uno fin troppo banale.
Ma come fare, allora, a cominciare nel migliore dei modi e a portare al successo una buona strategia di naming? Vediamolo insieme.
Naming. Fase uno: studia il “nemico” e guardati attorno
Prima di buttare giù parole e concetti a caso è meglio fare un salto fuori dal proprio raggio di sicurezza e spingersi a largo, navigando là fuori, alla ricerca di informazioni utili.
I preliminari sono importanti. Va’ su Google e fa’ un po’ di sana ricerca, approfondisci gli argomenti che più ti interessano, “spia” il lavoro dei tuoi competitors e appunta le informazioni più utili e le idee migliori su un documento che potrai avere sempre a portata di mano.
Questa fase è importantissima: serve ad avere maggiore consapevolezza e a lavorare successivamente in modo più efficace e produttivo.
Naming. Fase due: lasciati ispirare da ciò che ti circonda
L’ispirazione è tutto, soprattutto nelle prime fasi della scelta di un nome. Non basta, quindi, cercare le aziende o i prodotti che più ci interessano, ma è utile spingersi ben oltre.
Va’ su piattaforme diverse, da Facebook a Pinterest, e cerca immagini, frasi, video e tutto ciò può rivelarsi utile alla tua ricerca. Ma non fermarti alla rete: sfoglia le riviste e i libri, guarda le vetrine dei negozi, scopri come lavorano le aziende. Insomma, cerca e osserva tutto ciò che può esserti d’ispirazione per il nome della tua attività o del tuo prodotto.
Naming. Fase tre: crea liste e mappe mentali
Per me, confusa cronica e sbadata irrecuperabile, le liste e le mappe concettuali rappresentano la soluzione perfetta per fare un po’ di ordine nella testa e per avere una visione totale del lavoro che dovrò svolgere.
Verba volant, scripta manent. Anche se pensi di aver tutto sotto controllo e di avere una memoria di ferro, finché non metterai su carta concetti e idee, sarà tutto, come dire, volatile (e intendo l’aggettivo).
Per quanto riguarda le liste, potrebbe esserti utile farne una con tutti i nomi dei brand e dei prodotti che più ti intrigano o che più si avvicinano al tuo obiettivo. Scegli ovviamente quelli più creativi e originali per lasciarti ispirare da chi ha fatto davvero centro (Ikea, Yahoo, Pinterest).
Il mio amore per le mappe concettuali è indescrivibile. Non ci crederai, ma le mappe concettuali sono utili anche per farsi venire in mente nuove idee. Vedere nero su bianco parole, linee e concetti aiuta a far chiarezza e a mettere in moto il processo creativo. Se ti piace il metodo tradizionale prendi carta e penna, ma se vuoi essere più pratico e salvare tutto sul pc ecco un tool che amerai alla follia: Coggle. A proposito, ho scritto un articolo su questo magico strumento! Eccolo qui.
Potrebbero esserti utili anche questi tool per trovare nuove parole e idee: Hypersuggest e Answer the Public.
Naming. Fase quattro: prendi e metti insieme le idee
La quarta e ultima fase è quella di mettere sotto al proprio naso tutto ciò che abbiamo accuratamente cercato, trovato e prodotto: dalle immagini e i video alle citazioni e alle case history, fino alle liste di nomi e alle mappe concettuali.
Una volta che avrai di fronte a te parole, idee e concetti, accuratamente inseriti in una lista o in una pratica mappa concettuale, potrai iniziare a individuare i nomi più interessanti e a capire cosa può e non può funzionare.
A questo proposito, ti sarà utile questa breve lista di cosa fare e cosa non fare durante la tua naming strategy.
Rispetta le regole del naming perfetto
Un nome deve essere memorizzabile, breve, significativo, piacevole, originale, adattabile e orecchiabile. Sì, è tanta roba, ma un nome deve rispettare ognuna di queste caratteristiche per essere considerato davvero efficace.
Gioca con le parole e con le lettere: uniscile, dividile, fondile
Il bello di avere una lista o una mappa concettuale bella e pronta è che si può giocare con le parole e con le lettere a disposizione per creare nuove composizioni e mettere in moto la creatività.
Pensa ai nomi di aziende o di prodotti che sono stati creati proprio con questa tecnica. Uno di questi è “Skype” che viene dalla fusione di due parole: “sky” e “peer-to-peer”.
Ma ci sono anche nomi creati con logiche di mercato molto diverse. Basti pensare ad Amazon che si è ispirato al fiume più lungo del mondo: il Rio delle Amazzoni e, ahimè, anche al desiderio irrefrenabile di essere il primo dell’elenco.
Pensa anche a Spotify che, a detta del suo creatore, non vuol dire assolutamente nulla (“Martin urlò un nome, ed io capii “Spotify”. Con sorpresa, quella parola non esisteva in Google, così decidemmo di registrarla come nome e dominio della nostra società”).
Sta’ alla larga dalla banalità
Per farla facile facile c’è chi si limita a descrivere un prodotto o la propria attività in modo assolutamente generico, scegliendo il nome in base al settore di mercato, alla professione o, addirittura, alla posizione geografica. “Fiori a Roma”, “Gelateria di Franco”, “Automobili di lusso”. Inutile commentare, no?
Vanno di moda anche le sigle, lo sappiamo. Se vuoi un consiglio, a meno che non ti occupi di informatica o faccia riferimento a un’associazione o a un’istituzione, lasciale perdere (IBM, AICA, I.T.C lasciamole a qualcun’altro).
Evita i nomi troppo lunghi, punta sulla brevità
I nomi brevi si ricordano molto più facilmente e sono sicuramente più memorizzabili ed efficaci di quelli lunghi.
Pensa al suono.
La musicalità del nome è un fattore importante: non deve risultare cacofonico, deve trasmettere le giuste vibrazioni, le migliori sensazioni. Inoltre, deve rispecchiare ciò che desideri trasmettere ai tuoi clienti potenziali: se vendi cioccolatini il tuo nome dovrà suscitare dolcezza, sensualità, affetto (“Lindt”); se ti occupi di comunicazione è meglio puntare su suoni allegri, creativi e innovativi (“Google”).
Una volta che avrai scelto il nome ripetilo più volte ad alta voce, scrivilo ovunque, fotografalo e chiedi un’opinione disinteressata a chi ti sta vicino. Proponi anche un sondaggio se necessario.
Ecco il mio ultimo consiglio, forse è il più importante: non limitare per nessun motivo la fantasia. I nomi più belli sono quelli che possiedono personalità ed estro creativo, sono quelli che restano in testa e che trasmettono positività. Di banalità ce n’è fin troppa in giro, non credi?
Ti basterà seguire queste dritte e trascorrere qualche notte insonne in compagnia di un caffè triplo, ma alla fine troverai il nome perfetto. Garantito.
Ciao, due anni di innumerevoli tentativi deprimenti; tenace riparto nell’irrazionale creatività seguendo le linee guida indicate. Grazie
Caro Mirco, mi spiace molto. È difficile fare centro in questo mondo, ma non arrenderti. Segui questi consigli, concentrati e divertiti, vedrai che riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi molto presto.