“Mamma, voglio fare il freelance”. No, non è andata proprio così, vero?
Il libero professionista, ormai conosciuto come freelance, non è certo una di quelle figure professionali a cui i bambini si ispirano quando ancora giocano con bambole e macchinine. O almeno, non ancora. Probabilmente i bambini che nasceranno fra qualche anno smetteranno di voler fare gli avvocati, i medici o, addirittura, di aspirare a quegli squallidi lavori nel settore pubblico. E i genitori smetteranno di chiedere “Ma quindi che lavoro fai, si può sapere?”. Si scherza, certo, ma sono certa che, seppur in altri termini, andrà proprio così.
Ma basta divagare, perché oggi ci sono tanti, tantissimi giovani che un lavoro devono crearlo da zero. Una volta raggiunto il traguardo della laurea si spalanca davanti ai propri occhi un mondo fatto di aziende al collasso e concorsi pubblici con 2, massimo 3, posti disponibili.
E allora che fare? Spammare curriculum non basta, bisogna rimboccarsi le maniche e usare le giuste strategie per farsi notare. Ecco qualche dritta.
Gavetta e portfolio: per arrivare in alto si parte dal basso
Se hai cominciato da poco o devi ancora cominciare è bene che tu ti faccia un po’ le ossa prima di proporti come professionista a tutti gli effetti. Anche perché non lo sei ancora. Per quanto tu abbia talento e per quante competenze tu possa avere acquisito fino a questo momento, intraprendere una carriera da freelance significa assicurare ai propri clienti un alto livello di professionalità che puoi aver maturato soltanto con l’esperienza.
Fare esperienza significa iniziare a sperimentare il proprio lavoro attraverso un blog o all’interno di un marketplace conosciuto (Addlance, Great Content, Freelancer, Twago), attraverso collaborazioni con piccole aziende o piccole testate, proponendoti come articolista per qualche cliente privato.
È inevitabile, per iniziare una carriera da professionista devi necessariamente avere un portfolio da presentare e iniziare ad arricchirlo con piccole esperienze. Ed è inutile dirlo, l’esperienza non serve soltanto a dimostrare che sei bravo, ma a fare di te una persona più consapevole e competente. Nessuno nasce “imparato”.
Curriculum europeo? Se sei un freelance buttalo via
Reinventarsi. Fino ad ora hai spammato il tuo curriculum utilizzando un banalissimo modello standard preimpostato. Ammettilo, siamo tra amici qui. E chi non l’ha fatto? Anche io l’ho fatto, lo confesso. Per questo sono qui a consigliarti di non farlo più.
Se vuoi essere un professionista e vuoi essere considerato tale devi partire dalla tua presentazione, dal tuo biglietto da visita: il tuo curriculum. Dimentica quel noioso curriculum formato europeo che ti hanno caldamente consigliato amici e parenti e immaginane uno vero, estremamente personalizzato.
Il tuo curriculum deve essere breve, efficace, originale, memorabile, deve arrivare dritto al punto e mostrare al mondo le tue competenze e abilità (skills), non squallidi riquadri fatti di blablabla spocchiosi e per nulla rilevanti. Il tuo curriculum deve raccontare chi sei in modo sintetico. Il cliente vuole capire subito cosa fai e cosa proponi, vuole conoscere il tuo lato professionale, non una fredda e asettica lista della spesa.
Vuoi sapere come farlo? Vai su Canva e lavora sul modello “Resume”. Non avere paura di uscire dagli schemi, ti divertirai e avrai tra le mani un prodotto efficace, interessante e, soprattutto, personale. Vuoi qualche esempio? Eccone qualcuno di estremamente eccentrico.
Candidature spontanee: fatti notare fin da subito
“Buongiorno, sono Peppina Imbalsamata e vorrei inviarvi la mia candidatura spontanea. Sono laureata in Tuttologia e mi piace scrivere senza far caso ai troppi blablabla. Ho fatto questo, quello, quell’altro e anche quest’altro. Vorrei lavorare con voi: scrivere articoli, correggere bozze, pulire la macchinetta del caffè ma, se volete, anche fare fotocopie e fare la fila alla posta. Basta che mi date un lavoro. Cordiali saluti”.
Volete che la vostra lettera di presentazione suoni un po’ come questa? Spero di no. Insomma, se il curriculum è il vostro biglietto da visita, la lettera di presentazione è la quarta di copertina della vostra carriera, scritta su un libro qualsiasi in mezzo a una pila di altri e innumerevoli libri qualsiasi. Tutti la leggono per scoprire qualcosa sul libro che vorrebbero acquistare. Cosa succede se quella quarta non ci coinvolge più di tanto? Per quanto quel libro possa essere ben scritto o valido, tornerà nuovamente sullo scaffale, a far compagnia agli altri libri anonimi e impersonali.
Ecco qualche consiglio da seguire per scrivere una lettera di presentazione che non venga cestinata a primo colpo.
- Non sottovalutare il potere del messaggio nell’oggetto dell’email. Il cliente dovrà essere motivato ad aprirla e scrivere semplicemente “Candidatura spontanea” non lo motiverà affatto. Immedesimati nel cliente e scrivi una “CTA” originale, poi fatti una domanda: apriresti un’email con questo oggetto?
- – Tieni bene a mente che ogni cliente è diverso. Inviare compulsivamente la stessa lettera di presentazione a tutti i clienti, facendo un semplice copia e incolla, non è una buona idea. Questo non significa dover creare da zero, ogni singola volta, una presentazione originale e diversa – non sarebbe umanamente possibile -, ma impara a modificare la lettera tenendo conto di diversi fattori. Rispetta le esigenze di ogni cliente, asseconda le sue richieste, conosci l’azienda e la sua mission.
- – Racconta te stesso. La tua lettera di presentazione ha un solo scopo: deve parlare di te. Questo non significa che dovrai parlare della tua vita o fare una lista dettagliata di tutto ciò che hai fatto. Conoscere il cliente o l’azienda per cui vorresti lavorare è il punto di partenza per creare una lettera di presentazione convincente. Impara a dosare la tua creatività e a farla conoscere, moderandola in base al tipo di cliente, scrivi una lettera originale e arguta, ma evita di darti troppe arie.
- – La migliore lettera di presentazione è breve, molto breve. Usa metafore e un pizzico di ironia. Mostra le tue competenze, ma con umiltà. Svela cosa potresti fare per il tuo cliente e perché dovrebbe scegliere proprio te, ma impara a rivelarlo tra le righe, non in modo esplicito.
Insomma, per iniziare a lavorare nel grande mondo del lavoro, quello libero da legami e contratti, serve una buona dose di entusiasmo. Bisogna lavorarci su, e tanto, proprio perché sul piatto non c’è ancora nulla: è tutto da inventare, da creare, da costruire. Per farlo bisogna essere molto equilibrati: essere umili e non snobbare nulla, ma anche imparare a non svendersi e comprendere quanto vale il proprio lavoro.
Ecco, dai un valore al tuo lavoro e al tuo tempo, inizia a costruire un’immagine unica di te, professionale e che sveli la tua identità: sì, proprio come se fossi un brand, né più né meno. Impara dai migliori, guardati intorno e segui i consigli dei freelance che ce l’hanno fatta. Essere freelance non vuol dire percorrere una strada a senso unico, ma scegliere di percorrerne diverse prima di trovare quella giusta. Non avere paura di fare due passi indietro prima di farne uno, molto più grande, in avanti.
Ottimi consigli, che non si trovano spesso in giro! Ne farò tesoro, grazie! 😉
Grazie Alessia, felice di averti dato qualche spunto utile per i tuoi progetti 🙂
Ciao Clara, grazie. Questo articolo è davvero utile!
Grazie a te Chiara, sei gentilissima! 🙂
Un ottimo lavoro! Complimenti!
E’ anche molto rincuorante sapere che ho seguito i tuoi consigli anche prima di averli letti! Sono sulla strada giusta! :V
Ciao Olga! Grazie mille per i complimenti. Felice di sapere che hai già percorso questa strada, non tutti sanno che il curriculum gioca un ruolo importante nella scelta da parte dei clienti o delle aziende! Continua così 🙂